lunedì 14 luglio 2025

Giardino Australiano - 25 Specie Coltivabili in Italia

L'Australia è un angolo di mondo unico, che si è isolato dagli altri continenti oltre 100 milioni di anni fa. La separazione fisica ha permesso alle specie di evolversi in maniera indipendente e, non potendo scambiarsi geni (accoppiarsi, riprodursi) con altri esser viventi all'infuori dell'Australia, ha favorito la speciazione ed rendendo l'area ricchissima di endemismi (specie che vivono solo lì). L'esempio più lampante sono i marsupiali, tra cui il famoso Canguro, che vivono esclusivamente qui. 

Lo stesso discorso si può fare con le specie vegetali; ad esempio la maggior parte delle specie di Acacia ed Eucalipto sono native dell'Australia.

Giardino Australiano
Il Clima australiano è variegato, al Nord è tipicamente tropicale, la parte centrale è arida-desertica, mentre alcune aree delle coste meridionali hanno un Clima Mediterraneo. Vi sono dunque molte specie che, anche se non native del Bacino Mediterraneo, si adatterebbero bene a buona parte del clima Italiano; tuttavia, in molti casi, si tratta di un Clima Mediterraneo caldo, come quello tipico delle nostre coste, più che delle parti interne o in quota.

Di seguito vorrei fare un elenco (con breve descrizione) delle specie native di Australia (e Nuova Zelanda) che potrebbero permetterci di farci un angolino "Australiano" nel nostro giardino.


1) Callistemon citrinus :  specie sempreverde appartenente alla famiglia delle Mirtaceae, che raggiunge un'altezza variabile a seconda della varietà, ma in genere non superiore ai 3 metri (10 ft). Il portamento è snello, con rami flessibili e ricadenti. Produce fantastiche infiorescenze cilindriche costituite da molti fiori rossi (alcune varietà anche bianchi), con numerosi stami; si ha una fioritura a fine primavera/inizio estate a cui può seguirne un'altra ad inizio autunno (soprattutto dove le temperature si mantengono buone). Adattabile a diversi habitat, in natura cresce  spesso in zone umide dell'Australia orientale, ma resiste bene anche in zone assolate ed aride una volta affrancato. Gradisce il pieno Sole, ma tollera anche la mezz'ombra. Resiste al gelo fino a temperature di circa -10° C (14° F), forse qualcosa in più con danni. Per ulteriori informazioni clicca qui.

Callistemon citrinus
2) Manuka (Leptospermum scoparium) : anch'essa una Mirtaceae di origine Neozelandese, si sviluppa a forma arbustiva, con molti tronchi e ramificazione anche nella parte bassa della pianta. Altezza di circa 2 metri (6.6 ft), che può esser ridotta con potature (ben tollerate dalla specie). Le foglie sono aghiformi di piccole dimensioni tanto che in fioritura passano quasi inosservate. I fiori infatti sono più grossi e molto abbondanti, ricoprendo l'intera chioma; sono di color bianco sfumato di rosa, ma anche rossi a seconda della varietà, e formati da 5 petali. La fioritura è prolungata e può iniziare già a fine inverno (Febbraio) e protrarsi per tutta la primavera (Maggio). Resistente alla siccità, per una fioritura più abbondante è meglio il pieno Sole, ma fiorisce generosamente anche con qualche ora di ombra durante il giorno. Sulla resistenza al freddo ci son pareri discordanti, ma potremmo dire che sopporta una temperatura minima invernale compresa tra -5 (23° F) e -10 (14° F), magari inferiore se ambiente è secco e durata del gelo è breve.

Leptospermum scoparium
3) Phormium tenax : nativo della Nuova Zelanda ed appartenente alla famiglia delle Asphodelaceae (stessa delle Aloe) è una pianta con foglie lunghe e sottili (a forma di spada) che spesso si flettono a metà della loro lunghezza. Esse sono disposte a rosetta, lungo un asse centrale. Non ha un vero tronco e l'altezza massima corrisponde a quella delle foglie, circa 1-2 metro (3.3-6.6 ft) o più. A seconda della selezione le foglie possono esser verdi o con diverse gradazioni di rosso e marrone. L'aspetto è quello di un cespuglione. A fine primavera, dalla parte centrale, emerge un'infiorescenza che si erge sopra la pianta, portando numerosi fiori tubulari di color rosso-porpora. In natura prospera in habitat assai diversi, da zone paludose, ai margini dei fiumi, sino a costiere più esposte. Può esser coltivato sia in pieno Sole (scelta migliore) che a mezz'ombra, tollera la siccità e resiste indicativamente fino a temperature minime di -12° C (10.5° F).

Phormium tenax
4) Grevillea rosmarinifolia : appartiene alla famiglia delle Proteaceae, tipica dell'Australia, e cresce su pendii sabbiosi o ai margini delle foreste. Preferisce esposizioni soleggiate, tollera molto bene la siccità grazie ad un apparato radicale espanso, è perfettamente adattata al clima Mediterraneo e può resistere a temperature inferiori ai -10° C (14° F), anche oltre in ambienti secchi e suoli ben drenanti (soffre marciumi più che freddo secco). Si sviluppa sotto forma di cespuglio di forma globosa, con chioma sempreverde formata da molti esili rami assurgenti. Col tempo tende ad allargarsi, ma con una buona potatura, che aumenta vigoria ed emissione di rami, si può mantenere più piccola e compatta. Se lasciata crescere libera raggiunge i 2 metri (6.6 ft), ma in coltivazione si possono avere piante sane alte e larghe la metà. Le foglie sono aghiformi (simili a quelle del Rosmarino), verdi e molto ravvicinate sul ramo (internodi molto corti). Fiorisce all'apice dei rami giovani, con fiori rossi, con una forma "a ragno", unica nel suo genere. La fioritura principale avvien tra fine inverno e primavera, tuttavia se irrigata ed in salute può rifiorire durante la stagione.

Grevillea rosmarinifolia
Eucalyptus gunnii var. "France Bleu Rengun
5) Eucalyptus gunnii var. "France Bleu Rengun" : appartenente alle Mirtaceae è una selezione ottenuta in Francia della specie E. gunnii e si caratterizza per il portamento compatto e la crescita limitata. La pianta tende ad assumere una forma conica, con buona ramificazione e rami presenti anche nella parte bassa del tronco. Ha una forma più arbustiva rispetto alla specie tipo, ma è comunque un albero ed in piena terra a maturità può raggiungere i 4-5 metri di altezza (13-16 ft). Tuttavia si può potare e tenere sotto controllo meglio del classico E. gunni che invece può superare i 20 metri (64 ft). Le foglie son di un bel colore bluastro, aromatiche e di forma lanceolata (soprattutto da giovani). Produce fiorellini piccoli e biancastri tra tarda estate ed autunno. Si coltiva facilmente, resiste alla siccità, ama il pieno Sole e resiste fino a -15° C (5° F).

6) Mimosa 4 Stagioni (Acacia retinodes) : appartenete alle Fabaceae e si differenzia dalla classica mimosa (Acacia dealbata) per portamento, foglie e per il periodo di fioritura. La caratteristica principale di questa specie è infatti la capacità di fiorire in continuazione fin tanto che le temperature lo consentano (in Italia smette di fiorire solo tra tardo autunno e fine inverno, con differenze a seconda del clima). La pianta può raggiungere 8 metri (26 ft) di altezza, con chioma folta, talvolta ricadente e foglie lanceolate. I fiori sono gialli e sferici, spuntano all'ascella fogliare dei nuovi getti. Considerata leggermente più sensibile al freddo rispetto alla comune Mimosa, può comunque resistere fino a quasi -10° C (14° F) se occasionali e di breve durata. Cresce al Sole e non teme siccità. In natura cresce nel Sud dell'Australia e in Tasmania, in climi mediterranei. Altra differenza rispetto alla A. dealbata è che tollera il calcare del terreno e pH alti.

Acacia retinodes
7) Hardenbergia violacea : altra Fabaceae, nativa dell'Australia sud-orientale, questa volta a portamento rampicante che si aggrappa al supporto avvitandosi ad esso con i suoi fusti (un po' come il Rincospermo). Può raggiungere i 3 metri (10 ft) di altezza, le foglie son color verde scuro, lanceolate allargate alla base. Le infiorescenze contengono numerosi fiori di color lillà-viola, che sbocciano tra fine inverno e primavera. La fioritura è copiosa ed attira numerosi insetti pronubi. In natura abita nelle boscaglie, dove si arrampica sugli alberi per raggiungere la luce, ma cresce piuttosto bene anche a mezz'ombra, buona resistenza alla siccità e alle media alle basse temperature, resistendo a gelate nell'ordine di -7 (19° F), anche se con queste temperature potrebbe aver comportamento deciduo.

Wollemia nobilis
8) Wollemia nobilis : è una gimsnosperma appartenente alla famiglia delle Araucariaceae (come A. araucana); ha un areale naturale molto ristretto nel Nuovo Galles del Sud e fu scoperta solo nel 1994. Possiede uno o più tronchi con una corteccia assai caratteristica, formata esternamente da numerosi noduli. In natura può raggiungere 30 metri (100 ft) di altezza, a portamento colonnare, ma ha una crescita molto lenta e in 30 anni potrebbe non superare i 4-5 metri di altezza (13-16 ft). Altra peculiarità e che i rami laterali (dal tronco principale) non hanno ulteriori ramificazione e quando producono e maturano i coni poi seccano e cadono, lasciando spazio ad altri rami lateri che si sviluppano da gemme dormienti presenti sul tronco principale. Foglie piatte e disposte a spirale, son color verde brillante da giovani, più giallognole a maturazione. Si adatta bene a zone discretamente ombrose, ma sopporta anche il Sole. Preferisce climi miti ed inverni con solo occasionali gelate, tuttavia da adulta può tollerare sporadici picchi di gelo fino a -12°C (10°F). Adatta anche alla coltivazione in vaso.

9) Pittosporum tenuifolium : di origine Neo Zelandese appartiene alla famiglia delle Pittosporaceae (come il più comune Pittosporum tobira). Cresce in zone costiere, fino ad 800 mt di quota, in zone di boscaglia con un clima temperato umido, ma ha comunque una discreta resistenza alla siccità. Si sviluppa anche su suoli poveri, spesso sabbiosi e drenanti, gradisce pieno Sole, ma in zone aride e secche di avvantaggia di una leggera ombra nelle ore più calde della giornata. La resistenza al freddo è media, indicativamente fino a temperature di -8° C (17° F). I fiori sono di color viola, ma poco appariscenti. Le foglie sono dai margini ondulati e dall'aspetto translucido, soprattutto quelle più giovani. L'albero ha un portamento più colonnare (conico da giovane) rispetto al P. tobira ed in natura può raggiungere gli 8 metri (26 ft), ma in coltivazione in Italia di norma rimane basso la metà. Esiste anche una varietà Nana ed una a foglia variegata.

Pittosporum tenuifolium
10) Dicksonia antarctica : Anche se dall'aspetto potrebbe ricordare una Palma è in realtà una Felce. Nativa del Sud-Est dell'Australia e della Tasmania, in natura cresce in zone umide e ombrose, come conche, valli strette o in generale luoghi protetti dal Sole cocente. Si sviluppa molto lentamente, con unico tronco singolo ed un'altezza di oltre 12 metri (39 ft); tuttavia è una specie longeva ed impiega secoli per arrivare a tali dimensioni; nella vita di un uomo raramente supera i 3-4 metri (13-16 ft). La chioma è formata da fronde, tipiche delle felci, alla cui base vi sono i sori che producono le spore. Esse sono disposte a raggiera. Il tronco non è legnoso ed è in grado di assorbire l'umidità atmosferica. Regge occasionali punte di -10 °C (14° F), ma soprattutto nei primi anni sarebbe meglio proteggere tronco ed apice vegetativo. Per dettagli clicca qua.

Dicksonia antarctica
11) Westringia fruticosa : appartenente alle Lamiaceae, è un piccolo arbusto che cresce vicino alle coste e mostra un'elevata resistenza a condizioni di siccità, così come alla salsedine (è piuttosto usata anche lungo le coste italiane). La forma è tendenzialmente globosa, con altezza massima nei luoghi d'origine di 2 metri (6.6 ft), contenibile a circa la metà con le potature. Le foglie sono grigio-verdastre, molto piccole e ricordano quelle del Rosmarino (la specie è nota anche come "Falso Rosmarino"). I fiori sono bianchi, azzurrini in alcune varietà, ed a forma di stella. E' estremamente rifiorente e fiorisce dalla primavera all'autunno inoltrato, con una piccola pausa nei periodi più caldi dell'estate. In zone miti produce qualche fiore anche in inverno. Prospera in terreni anche poveri ed assolati, non si ammala, non richiede acqua, l'unico limite alla sua coltivazione sono le temperature invernali; esso è moderatamente resistente al freddo e sotto i -5° C (23° F) potrebbe avere danni

Westringia fruticosa
12) Eremophila maculata : appartenente alla famiglia delle Scrophulariaceae è una specie arbustiva sempreverde semi tappezzante, con ramificazione abbondante che si sviluppa più in larghezza che in altezza. Le foglie sono lanceolate, di piccole dimensioni. I fiori sono tubulari, appariscenti, di color rosa fucsia. Fiorisce da fine inverno alla primavera, può talvolta portare qualche fiore con le piogge autunnali, dopo la stasi estiva. Resiste bene al clima mediterraneo. Alcune fonti dicono possa resistere fino a temperature di -9° C (16° F), ma queste sono da intendersi effimere ed in condizioni di freddo asciutto.

Eremophila maculata
13) Eriostemon myoporoides : della stessa famiglia degli Agrumi (Rutaceae) è un arbusto molto ramificato, alto sino a 2 metri (6.6 ft), con foglie lanceolate, coriacee, aromatiche, tipica di ambienti submontani, con inverni freschi (non freddi). I fiori sono bianco rosati, profumati e sbocciano per più mesi da fine inverno, fino a metà primavera (e oltre). Resiste bene in zone soleggiate o mezz'ombra, è forse un po' meno resistente all'arido rispetto alle specie precedenti, ma comunque se la cava abbastanza bene. Resiste fino a circa -5° C (23° F), non adatta al Nord Italia (zona in cui potrei consigliare una specie affine, Choisya ternata, che però non è di origine Australiana.

Eriostemon myoporoides
14) Clianthus puniceus : anche se praticamente estinta in natura è nativa del Nord della Nuova Zelanda ed è un rampicante appartenente alle Fabaceae. Diversamente dalle specie precedenti è più a suo agio in un clima oceanico (mai troppo caldo) che mediterraneo. Soffre quando le temperature scendono sotto i -5° (23° F), ma tollera male anche prolungate esposizioni a temperature superiori ai 30° C (86° F); inoltre non è totalmente resistente alla siccità prolungata. Produce vistosi fiori penduli, color rosso, che ricordano il becco di un pappagallo. Le foglie sono composte, imparipennate, color verde chiaro ed in lontananza possono ricordare un po' quelle delle Felci. Fiorisce indicativamente da Maggio a Luglio. 

Clianthus puniceus
15) Brachyglottis greyi : nativo della Nuova Zelanda appartiene alle Asteraceae ed è simile alla Cineraria (Jacobaea maritima) che invece è originaria del bacino Mediterraneo. Brachyglottis greyi è perfettamente adattato alla siccità, alle esposizioni marine, al Sole cocente ed ai terreni poveri e sassosi che spesso contraddistinguono gli ambienti della Macchia Mediterranea. La crescita è arbustiva, chioma fitta, ramificata e tondeggiante, con un'altezza (o diametro) di circa 150 cm (5 ft). Le foglie son alterne, di piccole dimensioni, color verde glauco, con margine bianco e pagina inferiore color argento. Produce steli eretti con più fiori di color giallo, più intenso al centro, più paglierino nei petali. Resiste al gelate di media-forte intensità, fino -10° C (14° F) e fiorisce nel trimestre estivo (giugno-luglio maggiormente).

Brachyglottis greyi
16) Hebe (Veronica) var. "Wiri Charm" : appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae, ne esistono numerose specie, qui vorrei parlare dell'ibrido "Wiri Charm", ottenuto dall'incrocio di Veronica diosmifolia, nativa delle zone interne, fredde e montane della Nuova Zelanda e Veronica speciosa, invece nativa delle zone a clima mite ed umido vicino alle coste nel Nord della Nuova Zelanda. L'ibrido mette assieme la bellezza della V. speciosa e la rusticità della V. diosmifolia. Questo ibrido ha portamento compatto, alto e largo meno di 1 metro (3.3 ft), ideale per bordure. Le foglie sono sempreverdi, opposte, ellittiche e appuntite, di color verde lucido, con riflessi talvolta violacei da giovani; sicuramente molto ornamentali. Ma il punto forte è la fioritura, che si protrae da fine primavera per tutta l'estate, talvolta anche parte dell'autunno se il clima è mite. Le infiorescenze sono delle spighe cilindriche, lunghe circa 10 cm (4 in) erette o leggermente arcuate, prodotte principalmente all'apice dei rami dell'anno. I fiori sono color rosa-violaceo e una singola infiorescenza ne può contenere anche un centinaio. Preferisce il pieno Sole, ma si sviluppa bene anche a mezz'ombra, sopporta la siccità e la salsedine dell'aria, ma poco l'umidità del suolo che sarebbe meglio fosse ben drenante. Può resistere ad occasionali picchi con temperature di circa -12° C (10° F). Pianta che se ne può tentare la coltivazione anche nel Nord Italia. 

Hebe "Wiri Charm"

17) Telopea truncataProteaceae nativa della Tasmania, dove cresce su suoli acidi fino a circa 1200 metri (4000 ft) di altitudine. Di norma si sviluppa come arbusto con più tronchi e raggiunge i 3 metri di altezza (10 ft). Cresce bene a mezz'ombra, ma in alcuni casi può tollerare anche l'ombra luminosa fiorendo poco; in zone più fresche meglio il pieno Sole. Non è particolarmente resistente alla siccità ed ama suoli umidi, ma senza ristagni. Resiste al freddo fino a circa -8° (17° F). Foglie alterne, coriacee, di medie dimensioni, color verde scuro lucido, lanceolate.  L'infiorescenza è un racemo appiattito presente all'apice dei  rami; i fiori son color rosso scarlatto (alcune varietà giallo-arancione). L'infiorescenza dall'aspetto piumoso è davvero appariscente e la fioritura in Italia è tipicamente primaverile (Marzo-Maggio).

Telopea truncata
18) Banksia marginata : altra Proteaceae nativa del Sud dell'Australia e Tasmania. In natura vive in habitat diversi, dalle foreste di Eucalipto, fino alle zone di prateria. A seconda della zona ha anche sviluppo differente, da piccolo arbusto, sino ad albero di oltre 10 metri (66 ft) di altezza. Foglie di medio-piccole dimensioni, color verde scuro nella pagina superiore e bianco con peluria su quella inferiore. I fiori sono portati da infiorescenze perfettamente cilindriche (non coniche) e sono di color giallo pallido. Ogni infiorescenza può aver fino a mille fiori, che si aprono dalla base verso l'apice. In Italia fiorisce tra Marzo e Giugno. Pianta eliofila, da coltivare in pieno Sole per fioritura copiose. Non pienamente rustica, indicativamente fino a -7° C (19° F), ma non prolungati ed in condizioni di bassa umidità; la specie infatti tollera bene la siccità estiva, ma malissimo i ristagni d'acqua (specie se uniti a terreno freddo).

Banksia marginata
19) Metrosideros excelsa : appartenente alla famiglia delle Mirtaceae è piuttosto comune in Italia lungo i viali che costeggiano il mare. Originario della Nuova Zelanda possiede un fogliame verde-argentato (ricorda un po' le foglie della Feijoa). Il suo habitat naturale è rappresentato dalle zone miti, in prossimità delle coste spesso battute dal vento, dove cresce anche su suoli poveri (e sabbiosi o rocciose). Resiste al pieno Sole, ma tollera la mezz'ombra, non ha bisogno di irrigazioni o concimazioni, inoltre sopporta bene le potature, rendendola adatta anche per esser coltivata a siepe. Se non potata può raggiungere i 5 metri (33 ft) di altezza. In primavera (e in autunno) produce fiori color rosso, con numerosi stami (tipico delle Mirtacee), raggruppati in un'infiorescenza cilindro-sferica, che ricorda un po' quella del Callistemon. Purtroppo la resistenza al freddo è limitata e sotto i -5° (23° F) si possono aver danni importanti

Metrosideros excelsa

20) Prostanthera rotundifolia : Lamiaceae nativa del Sud-Est australiano, è una pianta aromatica adatta al clima mediterraneo caldo. Forma un arbusto denso, a portamento eretto, di circa 2 metri (6.6 ft), con piccole foglie tondeggianti e coriacee e fiori color viola tenue (a inizio primavera e talvolta dalla tarda estate-autunno). Il suo areale di crescita è rappresentato dai margini delle foreste o boscaglie aperte, può crescere in pieno Sole, ma spesso ha un aspetto più sano con qualche ora di ombra al giorno. Sensibile al freddo, muore sotto -5° C (23° F), adatta alla coltivazione in zone costiere o nel Sud Italia.

Prostanthera rotundifolia
21) Hakea laurina : ennesima Proteaceae (eggià questa famiglia è tipicamente Australiana), si sviluppa sotto forma di albero di piccole dimensioni, alto in media 4 metri (13 ft), con una bella chioma tondeggiante, con giovani rami dalla corteccia rossastra e dal portamento ricadente. Le foglie sono lanceolate, color verde glauco-opaco e ricordano un po' quelle di alcune specie di Eucalipto. I fiori sono spettacolari, raccolti in infiorescenze perfettamente sferiche, rosse all'interno, con gli stami bianchi verso l'esterno, conferendo un aspetto simile ad un riccio (o al frutto del Rambutan); la fioritura dura 4-6 settimane, a cavallo tra Marzo e Maggio, in ambienti caldi si può ripetere verso Agosto-Settembre. Nativa dell'Australia occidentale, cresce in aree costiere a clima Mediterraneo caldo, resiste bene alla siccità, al vento salmastro, al pieno Sole, ma è (purtroppo) poco tollerante al gelo, non tollerando temperature inferiori ai -5° C (23° F). Scelta consigliatissima per chi abita nel Sud Italia.

Hakea laurina
22) Correa pulchella : appartenente alle Rutaceae è un arbusto tendenzialmente prostrato, che tende ad allargarsi più che a crescere in altezza andando a ricoprire il suolo; tuttavia emette anche rami eretti, non superando il metro (3.3 ft) di altezza. Nativa dell'Australia meridionale, spesso in zone sabbiose e costiere, ma anche collinari. Cresce bene sia in pieno Sole che a mezz'ombra ed ha buona resistenza alla siccità, mentre tollera il freddo fino a -5° C (23° F) o poco oltre. Le foglie sono piccole, da strette ad ovali, coriacee. I fiori sono singoli, a forma di campana allungata, di color salmone o rosa ed emergono dalle gemme poste all'ascella fogliare. Una peculiarità è il periodo di fioritura che in Italia è tipicamente autunno-invernale, da Ottobre-Novembre fino a Marzo-Aprile, con differenze a seconda del clima.

Correa pulchella

23) Libertia grandiflora : appartenente alla famiglia delle Iridaceae è un'erbacea perenne nativa della Nuova Zelanda, soprattutto della parte meridionale, dove cresce su prati alpini o ai margini delle foreste. Le foglie sono nastriformi disposte a "ciuffetto" e nel complesso non supera mai il metro (3.3 ft) di altezza. Dalla parte centrale della pianta emergono le infiorescenze, snelle ed erette, che portano fiori bianchi. La fioritura avviene nei mesi di Maggio-Giugno. La specie preferisce esposizioni abbastanza assolate, terreni freschi, leggeri e non eccessivamente aridi e da adulta può reggere fino a -12° C (10° F), perdendo la parte aerea e ripartendo dal rizoma. In zone fredde può esser utile una buona pacciamatura per proteggere la parte ipogea durante il gelo.

Libertia grandiflora
24) Dodonaea viscosa : molto comune in Australia, sebbene non endemica, cresce su suoli aridi (ottima resistenza alla siccità), spesso di tessitura sabbiosa o grossolana, sia in zone costiere, sia su pendii soleggiati o zone di savana, ma comunque in aree aperte e ben soleggiate. Appartiene alle Sapindaceae (la stessa famiglia degli Aceri Giapponesi) In Italia è perfettamente adattata al clima Mediterraneo caldo, prosperando in pieno Sole, anche in terreni poveri di nutrienti, tollerando anche vento salmastro. Per contro resiste poco al freddo e può morire o danneggiarsi molto già a -5° C (23° F). Si presenta come un arbusto molto ramificato, a forma globosa che raggiunge un'altezza di circa 2 metri (6.6 ft). Le foglie sono lanceolate, strette, di color verde chiaro e producono secrezioni di resina leggermente appiccicosa. La chioma risulta densa, con foglie ravvicinate, internodi e picciolo fogliare molto corti. I fiori sono poco appariscenti, mentre le capsule alate (frutti) con sfumature rossicce. Esiste anche una cultivar, Dodonaea viscosa var. Purpurea, che si differenzia per aver foglie color rosso-porpora. Per chi volesse coltivare una specie dal portamento-aspetto simile, ma in luoghi più freddi, potrei consigliare la nostrana Fillirea angustifolia.

Dodonaea viscosa
Nuova Vegetazione Griselinia littoralis
25) Griselinia littoralis : appartenente alla famiglia delle Griseliniaceae, è originaria della Nuova Zelanda, dove cresce da zone costiere sino a pendii montani. Si coltiva in pieno Sole o a mezz'ombra, cresce su terreni anche poveri e calcarei (tipici del Sud Italia). La pianta se lasciata crescere libera può raggiungere i 6 metri (20 ft) di altezza, con una chioma molto fitta e portamento slanciato/colonnare. Le foglie sono ovali, lucide, color verde chiaro, molto belle ed ornamentali. Data l'elevata vigoria, la tolleranza alle potature (anche drastiche) e alla crescita rapida è spesso utilizzata per formare siepi sempreverdi. Più che buona anche la resistenza al gelo, potendo tollerare anche fino a -12° C (10° F), ma forse anche oltre, danneggiando foglie e rami; ma avendo buona capacità di attivare gemme dormienti anche su legno vecchio potrà riformare velocemente la chioma.

Siepe di Griselinia littoralis

martedì 24 giugno 2025

Quali Sono le Migliori 20 Varietà di Susino ?

Quando si parla di Susino (o Prugno) da Frutto ci si riferisce essenzialmente a due specie : 

  • Susino Europeo (Prunus domestica)
  • Susino Cino-Giapponese (Prunus salicina)

Delle loro differenze di habitat e coltivazione ne avevamo già ampiamente discusso qui. In questo articolo vorrei suggerire le migliori cultivars (un po' di una, un po' dell'altra specie) da poter coltivare nel vostro giardino.

Quali Sono le Differenze Principali ?

  • Vigoria : alcune varietà crescono poco, altre emettono molti germogli.
  • Dimensioni e Portamento : ci sono Susini a portamento assurgente, altri a forma allargata, alcuni non superano i 3 metri (10 ft) di altezza, altri possono esser alti 8 metri (26 ft).
  • Periodo di Fioritura : di norma i Cino-Giapponesi fioriscono prima degli Europei, ma anche all'interno della stessa specie ci possono esser anticipi di 7-10 giorni, preservando (o esponendo) i fiori alle Gelate Tardive.
  • Forma e Dimensione del Frutto : Possono esserci frutti grandi quasi come una Mela e altri delle dimensioni di una pallina di ping pong o di un grosso acino d'uva.
  • Colore e Sapore : può anche cambiare il colore della buccia, così come il sapore (più o meno acidulo/dolce oppure più o meno acquoso etc.); inoltre la consistenza (e lo spessore) della buccia talvolta può evitare che alcuni patogeni la oltrepassino danneggiando il frutto.
  • Periodo di Maturazione : questo fattore è molto importante a livello famigliare, al fine di non aver tutti i frutti maturi nello stesso periodo, ma spalmandoli su più mesi. Le varietà più precoci maturano già a Giugno, quelle più tardive anche Ottobre-Novembre.
  • Autofertilità : Se uno volesse un'unica pianta e la coltivasse in contesti isolati dovrà optare per una varietà tra quelle autofertili.
Per alcuni parametri, come resistenza a terreni pesanti, umidi o alla siccità è invece più importante scegliere un portainnesto idoneo all'ambiente di coltivazione, più che il nesto in sé.

Le migliori 20 varietà di Susino :

Shiro
1) Shiro (sin. Goccia d'Oro)Prunus salicina : Cultivar di riferimento per i Susini Cino-Giapponesi; è un ibrido di origine americana, piuttosto imparentato con il Mirabolano e quindi uno dei migliori impollinatori per i Susini Cino-Giapponesi. E' autosterile e produce in epoca medio-precoce, indicativamente fine tra Giugno e metà Luglio. Il frutto è di medie dimensioni, tondeggiante o leggermente cuoriforme, con un lungo picciolo. La polpa (e anche la buccia) è gialla, dalla consistenza soda, succosa, dolce e non spicca (nocciolo rimane attaccato alla polpa). La pianta è piuttosto vigorosa, con un portamento più aperto che assurgente. E' tra le migliori scelte per il periodo di maturazione e particolarmente indicata per il consumo fresco, inoltre la produzione è abbondante e costante.

2) Regina Claudia Gialla (e Verde)Prunus domestica : uno dei pochi Susini Europei ad aver bisogno di impollinatori (autosterile). La varietà gialla matura a metà Agosto, mente la verde a fine Luglio e sono entrambe di origine Francese. Alberi di medio vigore, tendenzialmente assurgenti, frutti di medio-piccole dimensioni, tondeggianti gialli-verdognoli (più verdi nella nella Regina Claudia Verde). La produzione è buona, ma talvolta soggetta ad alternanza di produzione, con anni di carica o di scarica. Frutti dalle buone qualità organolettiche, mediamente sodi, zuccherini, con un leggero retrogusto amarognolo (soprattutto var. verde); ottime per il consumo fresco. Si conservano poche settimane. 

Regina Claudia Gialla
October Sun
3) October SunPrunus salicina : come suggerisce il nome, matura tardivamente ed pronta per esser mangiata a partire da fine settembre per tutto il mese di ottobre; inoltre si conserva bene in frigorifero. La pianta ha portamento espanso ed è di medio vigore. La fioritura è medio-tardiva, con fiori autosterili. La produzione è buona ed i frutti son color giallo-rosa, virando a sfumature leggere di viola nel post raccolta. Acidità e succosità media. Ideale per il Sud Italia, mentre nelle zone più fredde (Alpi ed Appennino, in alta collina) potrebbe maturare con più difficoltà ed accumulare meno zuccheri nella polpa.

Sangue di Drago
4) Sangue di DragoPrunus salicina : varietà di Susino Cino-Giapponese autosterile, ottimo da abbinare con Shiro per l'impollinazione; inoltre produce verso fino Luglio (circa 3-4 settimane dopo Shiro), permettendo uno sfalsamento di maturazione utile per l'hobbista. Albero a portamento espanso, buon vigore. I frutti all'invaiatura assumono colorazione violacea, con buccia spessa e con alto contenuto di pruina. Essi sono rotondi-oblunghi ed hanno una polpa anch'essa di color rosso-arancione dal sapore dolce.

5) RamassainPrunus domestica : vecchia varietà di origine Piemontese (soprattutto Cuneese); è un albero di medio-piccole dimensioni, molto produttivo, con piccoli frutti ovali di color porpora-violaceo. L'albero è autofertile e, anche se piantato isolato, si carica di moltissimi frutticini che maturano in piena estate e cadono a terra appena maturi, potendo esser raccolti anche dopo la caduta. Sono molto buoni e si mangiano un po' come ciliegie, uno tira l'altro. La breve conservabilità e l'elevata produzione li rende ideali anche per la produzione di marmellate e confetture. La pianta è molto rustica (sia per malattie fungine, che resistenza a freddo/caldo) e tende ad assumere un bel portamento (compatto ed ordinato) anche senza troppe potature. 

Ramassain
6) Coscia di Monaca GiallaPrunus domestica :  : talvolta conosciuta come "Damaschina Gialla" produce frutti di piccole dimensioni, di forma prettamente ovale dalla buccia color giallo-oro. Polpa gialla, media consistenza, spicca a maturità; è molto aromatica e dalle ottime qualità organolettiche. Altra caratteristica utile per l'hobbista e rara tra i Susini è la maturazione scalare e l'elevata persistenza del frutto sulla pianta senza marcire. La maturazione avviene ad inizio Agosto, ma come detto sopra si protrae per tutto il mese.

7) StanleyPrunus domestica : chiamata volgarmente "Prugna della California" è una pianta autofertile di media vigoria, ma di produzione buona e costante tutti gli anni. Frutto oblungo, di medie dimensioni, con buccia color bluastro. Matura ad inizio settembre e la polpa, color verde-giallognolo, è soda, leggermente acidula e spicca. Apprezzata sia per consumo fresco che per preparazioni. Anche se si "colora" precocemente, bisogna attendere il giusto periodo di maturazione e non farsi ingannare solo dalla precoce invaiatura. 

Stanley
Miroma
8) MiromaPrunus domestica : varietà a fioritura tardiva ed autofertile, di buon sapore e dalla colorazione attraente, arancione che quasi la fa confondere con un'albicocca matura, con sfumature rosse. Alto grado zuccherino e maturazione intermedia, verso la fine di Agosto. Molto rustica e tollerante a diverse patologie. A livello di gusto se la gioca con altri Susini, ma è sicuramente tra  quelli con i frutti più attraenti esteticamente.  

9) HagantaPrunus domestica : pianta autofertile a fioritura intermedia, pianta di vigoria medio-elevata e precoce entrata in produzione. Produce frutti ovali, color blu scuro, a maturazione tardiva (fine Settembre) ed di grosse dimensioni. La polpa giallo oro, succosa e compatta a maturazione. Ricorda un po' la varietà Stanley, ma è leggermente meno dolce e più acida.

Haganta
10) Susino da Spiaggia - Prunus maritima : nativo della costa orientali degli Stati Uniti, cresce su dune sabbiose in prossimità del mare. In natura ha un aspetto arbustivo, più che ad albero, produce fiori in primavera e tantissimi frutticini rossastri, rotondi e di piccole dimensioni ad inizio autunno. Sicuramente una specie particolare, forse non la più saporita, ma ideale per i collezionisti. Inoltre ha un'ottima resistenza alla salsedine, si propaga per polloni e mal tollera suoli pesanti ed asfittici.

Prunus maritima


Biricoccolo
11) Biricoccolo : ne avevamo parlato qui; è probabilmente un ibrido naturale tra albicocco e mirabolano, produce frutti dalla buccia vellutata, mentre la polpa è soffice e tenera, più simile ad una Susina. La maturazione è piuttosto scalare da fine Giugno a Luglio. La specie è autosterile e viene impollinata da Albicocchi (varietà a fioritura tardiva, dato che ci deve esser anche sincronia di fioritura) o da Mirabolani. La produzione tuttavia non è quasi mai abbondante
Genova
12) GenovaPrunus domestica : albero autofertile molto rustico, tollerante alle malattie; produce frutti medio-grossi, tondeggianti, giallastri con polpa semi-soda e sapore dolce. Matura a Settembre inoltrato.

13) FriarPrunus salicina : pianta autosterile a portamento assurgente, medio-alta vigoria. Frutto molto grosso, appiattito, color viola scuro. Polpa gialla, translucida, profumata e di buon sapore. Maturazione verso metà Agosto. Ottima varietà con climi caldi.

Friar

Santa Rosa
14) Santa RosaPrunus salicina : uno dei pochi Susini Cino Giapponesi ad essere autofertili (almeno parzialmente); ha una fioritura precoce e anche i frutti maturano presto, pochi giorni dopo Shiro, più o meno ad inizio Luglio. Frutto di grossa pezzatura, con buccia ricca di pruina di color rosato e con polpa dolce, succosa, zuccherina ed aromatica. Pianta a portamento espanso e mediamente produttiva. In fine risulta esser un ottimo impollinatore delle varietà autosterili. 

15) Mirabella de NancyPrunus domestica : appartenente al gruppo delle Damaschine è un'antica varietà di origine Francese ed adatta anche a luoghi più freddi dell'Italia (come Nord Germania). L'albero tende ad esser di piccole dimensioni, con chioma folta e foglie piccole. La fioritura è tardiva, con fiori autofertili. Le Prugne sono di medio-piccole dimensioni, rotonde, con polpa molto succosa, di ottimo sapore. La maturazione avviene a partire da metà Luglio.

16) Sorriso di PrimaveraPrunus salicina :  di origine Italiana, selezionata in provincia di Ferrara; albero ad alta vigoria e produzione, risulta un ottimo impollinatore e la presento anche in quanto a varietà precocissima, potendo maturare i suoi frutti già ad inizio Giugno nei luoghi più vocati. Frutti rotondi, di piccole dimensioni, con buccia giallo-oro con sfumature rosse e polpa gialla, succosa, zuccherina, simile a quella di Shiro, ma dalle qualità organolettiche leggermente inferiori. 

Sorriso di Primavera
17) PappagonaPrunus domestica : di origine campana e diffusa nella provincia di Napoli, fa un frutto grosso ovale, giallo, sfumato di rosso (in zone calde si accentua la colorazione rossastra). Polpa gialla, semi-aderente, ottimo sapore. La presento in quanto ha una maturazione precoce (metà Giugno).

18) AngelenoPrunus salicina : varietà tardiva di Susino Cino-Giapponese di origine Californiana. L'albero ha buon vigore, portamento intermedio, produzione elevata, ma talvolta altalenante, soprattutto in ambienti poco vocati. Il frutto è molto grosso (fino 120 grammi), color scuro (viola quasi nero), con elevata presenza di pruina; è di forma tondeggiante leggermente schiacciata ai poli. Fioritura medio-tardiva e fiori autosterili, mentre la polpa è soda, non acquosa e gialla. I frutti maturano verso fine Settembre, ma si possono conservare in frigo fino a Natale. Tra le varietà tardive è forse quella che meglio si adatta al clima del Nord Italia, riuscendo ad esser dolce anche maturando quando ormai il Sole è autunnale. 

Angeleno
19) Pluot Flavor Supreme : anche qui si tratta di un ibrido tra Albicocco e Susino, tuttavia è stato ottenuto artificialmente con incroci mirati. Di gusto molto buono, il frutto ricorda un uovo di dinosauro (almeno a come se lo si immagina) con fondo grigio-verdastro e macchie rosse. La polpa è rossastra, dolce, succosa e aromatica. Per l'impollinazione utilizzare Susini Cino Giapponesi. 

20) RubyPrunus salicina : varietà con frutti rosso violacei di medie dimensioni, pianta autofertile e con il peculiare portamento colonnare, con rami assurgenti e solo corti rami verso l'esterno. Produzione abbondante e scelta ideale per la coltivazione in vaso o in piccoli giardini.

Ruby

martedì 27 maggio 2025

C3, C4 e CAM - Tre Differenti Tipi di Fotosintesi

La Fotosintesi, come visto bene qua, è il processo tramite cui gli organismi autotrofi possono ricavare energia a partire da composti inorganici.

Riassumendo potremmo dire che durante la Fase Luminosa le piante riescono ad ossidare l'acqua  (H2O) ad Ossigeno (O2), ovvero a far avvenire una reazione non spontanea, utilizzando l'energia solare come "motore". Gli elettroni prelevati da questa ossidazione vengono alla fine trasferiti al NADP+, che si riduce a NADPH

Il NADPH è una molecola che può esser considerata una riserva momentanea di energia, un po' come se fosse una pila o una molla caricata.

Ovviamente la quantità di NADPH (ed in realtà anche ATP) dipende da fattori quali temperatura, umidità e irraggiamento (per vedere come questi parametri influenzino la fotosintesi clicca qua)

Successivamente, nella Fase Oscura, il NADPH viene ossidato a NADP+, rilasciando energia utilizzata per convertire l'Anidride Carbonica (CO2) in Glucosio (Glu). Il Glucosio è una molecola energetica sfruttata poi da tutte le cellule della pianta, oltre a fornire il Carbonio necessario per la formazione delle macromolecole (il Carbonio, a differenza di Azoto, Fosforo e Potassio, viene assorbito in quantità trascurabili dalle radici).


Fin qua nulla di nuovo, ma facciamo alcune considerazioni.


  • Il NADPH (e l'ATP) sono molecole energetiche "ad uso immediato", cioè trattengono energia per un tempo limitato e devono esser utilizzate subito, inoltre non possono esser traslocate efficacemente in altre cellule. Non sono dunque adatte ad immagazzinare energia a lungo termine come riserva.
  • Il Glucosio (ed i suoi derivati, come Amido) sono invece molecole energetiche che possono esser utilizzate anche dopo molto tempo, sono stabili e vengono immagazzinati nei rami e nelle radici come riserva, all'occorrenza, possono esser utilizzate nella respirazione cellulare per produrre energia.
  • COO2 sono dei gas disciolti nell'aria ed entrano (ed escono) nelle piante tramite gli Stomi, delle aperture regolabili presenti sulla pagina inferiore delle foglie.
  • La CO non è una molecola che si mantiene a lungo nelle foglie, non è adatta all'accumulo e deve esser subito convertita in Glucosio.

Grafico Fotosintesi Ciclo C3, C4 e CAM

Le Piante C3 :

Sono le piante più comuni negli ambienti temperati (come l'Italia), dove l'irraggiamento e le temperature medie dell'anno non sono mai estreme. 

In queste piante la Fase Luminosa e la Fase Oscura sono accoppiate. Non possono avvenire per esempio una di giorno e l'altra di notte.

Quando la luce è intensa, la fotosintesi è massima ed il NADPH prodotto deve esser utilizzato entro poco, c'è quindi bisogno di aver gli Stomi aperti di giorno per richiamare, tramite traspirazione, acqua dalle radici (necessaria per la produzione di NADPH) e assorbire anidride carbonica, come fonte di carbonio per produrre glucosio

Si pone però un problema. Nella fase oscura l'enzima Rubisco catalizza la prima reazione per la conversione di CO2 in Glucosio, formando un intermedio a 3 atomi di carbonio (C3), questo avviene se le concentrazioni di CO2 sono elevate. (ciclo di Calvin). Tuttavia Rubisco può legare anche l'Ossigeno (O2) formando un composto che deve esser riciclato con spesa di energia (cioè consumando molecole energetiche come NADPH prodotte nella fase luminosa e così sottratte al ciclo di Calvin) e rilascio di CO2. Questo processo viene detto FOTORESPIRAZIONE (da non confondere con la RESPIRAZIONE).

La Fotorespirazione è controproducente perché "spreca energia" inutilmente

Qual è il problema ? 

Se l'irraggiamento solare è elevato, vi è alta efficienza della Fase Luminosa che, come detto sopra, produce grandi quantità di NADPH, ma anche di Ossigeno (O2). Nelle piante C3, dunque, si ha una condizione in cui vi è un aumento locale di Ossigeno, il rapporto CO2/O2 si riduce e, di conseguenza, aumenta la Fotorespirazione (che spreca energia). 

In altre parole con elevate temperature, alto irraggiamento e buona disponibilità idrica le piante C3 tendono a non esser efficienti al 100%, sprecando parte dell'energia prodotta per gestire l'eccesso di ossigeno. 

Fotorespirazione VS Ciclo di Calvin


Le Piante C4:

Sono piante, per lo più erbacee, spesso annuali, che in natura crescono in climi torridi, con elevato irraggiamento Solare; ne è un esempio il Mais. Per massimizzare l'efficienza fotosintetica hanno evoluto un meccanismo particolare per limitare la fotorespirazione.

In condizioni di alta intensità luminosa la fase luminosa della fotosintesi genera grandi quantità di ossigeno e, se in contemporanea, vi è anche poca acqua nel terreno le foglie chiudono parzialmente gli stomi riducendo la quantità di anidride carbonica intracellulare. Il risultato è una drastica riduzione del rapporto CO2/O2. Come abbiamo visto nelle piante C3, ciò aumenta la Fotorespirazione.

Le piante C4 hanno evoluto un sistema particolare in cui la fase luminosa e la fase oscura della fotosintesi vengono separate spazialmente. Semplificando molto, la fase luminosa rilascia ossigeno nel mesofillo, nello stesso compartimento dove vi sarà COproveniente dall'esterno. Qui, in condizioni di alto irraggiamento e bassa umidità, il rapporto CO2/O2 è basso. Nelle C4 (diversamente dalle C3) nel mesofillo non vi è Rubisco, ma un enzima chiamato PEP carbossilasi che fissa la CO2 in una molecola a quattro atomi di carbonio (da qui il nome C4). La differenza sta nel fatto che la PEP carbossilasi ha scarsa affinità per l'ossigeno e quindi, anche con un basso rapporto CO2/Onon vi è fotorespirazione. Successivamente questa molecola C4 viene trasportata nelle cellule della guaina del fascio, dove viene riconvertita a CO2. E' proprio qui che avviene il ciclo di Calvin (fase oscura della fotosintesi), con l'enzima Rubisco che fissa la COin una molecola a 3 atomi di carbonio (C3), seguendo poi le stesse reazioni delle piante C3, trasformandola nei passaggi successivi nel prezioso Glucosio.

Qual è il vantaggio? 

L'enzima Rubisco funziona laddove vi è solo CO2 e quindi nelle C4 non vi è praticamente fotorespirazione.


Le Piante CAM :

Questo tipo di piante vive in zone desertiche, con pochissima disponibilità idrica. Sono per lo più piante grasse come Cactacee (es. Fico d'India ), Aloeaceae (Aloe vera) e Asparagaceae (Agave americana).

Le piante CAM hanno separato temporalmente la fase luminosa e la fase di fissazione della CO2 . Di notte queste piante aprono gli Stomi, l'umidità è maggiore, le temperature più basse e non vi è Sole; di conseguenza la perdita di acqua per traspirazione è assai limitata e riescono quindi a conservarla. La CO2 entra dunque dagli stomi durante la notte, ma dev'esser convertita in una molecola più stabile, viene dunque fissata in Malato che si accumula nei vacuoli della cellula. Di notte, d'altronde, non vi è NADPH disponibile per il ciclo di Calvin.

Di giorno gli stomi rimangono chiusi, la fase luminosa della fotosintesi ossida l'acqua ad ossigeno, riducendo il NADP+ a NADPH; quest'ultimo viene utilizzato per il ciclo di Calvin. Ma da dove arriva la CO2 se gli stomi son chiusi? Arriva dal Malato, che di giorno viene riconvertito in anidride carbonica. Inoltre il Malato viene convertito a CO2  proprio all'interno dei Cloroplasti, aumentando la sua concentrazione rispetto alle piante C3 in cui arriva per diffusione; di conseguenza anche qui la Fotorespirazione è quasi nulla.

Ma se da un lato le piante C3 sono svantaggiate in condizioni di alto irraggiamento ed aridità, quali sono gli svantaggi delle piante CAM ?

Innanzitutto convertire CO2 in Malato di notte e fare la reazione opposta di giorno ha un costo energetico. Il fatto di aprire gli Stomi solo di notte riduce la quantità totale di CO2 assorbita e quindi hanno una minor produzione di Glucosio rispetto alle C3. Anatomicamente devono possedere un enorme vacuolo rendendo la cellula meno flessibile. In ambienti umidi (in cui non c'è problema a tener aperti stomi di giorno) o fertili (in cui ci sono molti nutrienti e quindi serve molta energia per poterli incorporare ed utilizzare) le CAM sono meno competitive rispetto alle C3 ed hanno crescita spiccatamente più lenta.

In natura esistono delle specie, ad esempio alcune del genere Sempervivum della famiglia delle Crassulaceae, che possono optare tra ciclo CAM e ciclo C3, a seconda delle condizioni climatiche. Quando l'ambiente è arido e le temperature elevate fanno fotosintesi CAM, quando fa più fresco ed umido shiftano verso fotosintesi C3; queste piante vengono chiamate CAM facoltative.