sabato 6 aprile 2024

Pittosporo (Pittosporum tobira) - Coltivazione, Clima e Cure

Pittosporo, chiamato anche Pitosforo, è il nome di una delle molte specie appartenenti al genere Pittosporum della famiglia delle Pittosporaceae, le cui oltre 200 specie sono distribuite prevalentemente tra Nuova Zelanda, Australia ed Asia orientale. 

In Italia la specie che meglio si è adattata al clima, nonché quella più diffusa a livello ornamentale, è Pittosporum tobira ed in questo articolo, salvo diversamente indicato, mi riferirò a questa specie.

Frutti Pittosporum tobira

Origine, Botanica e Fisiologia :

Fiori Pittosporum tobira
Pittosporum tobira è una specie sempreverde nativa del Giappone e della Cina meridionale ed è coltivata in tutte le zone miti del mondo per la sua bellezza e per il profumo dei suoi fiori. Il Pittosporo si sviluppa naturalmente sotto forma arbustiva (multitronco) raggiungendo un'altezza di circa 3 metri (10 ft); tuttavia si può coltivare anche ad alberello ed avere una crescita più verticale. Esiste anche una sotto specie, Pittosporum tobira nanum, che non supera il metro (3,3 ft) di altezza ed ha un portamento prostrato e strisciante, ideale come tappezzante. 

Le foglie sono ovali-oblunghe, di color verde scuro inteso, lucide, glabre e coriacee, con una consistenza simile a quella del cuoio. L'aspetto e la conformazione delle foglie può, in parte, ricordare quello delle foglie di Rododendro.

Fioritura Pittosporum tobira
La chioma è densa, con internodi corti, e risulta essere compatta ed a forma globosa, nascondendo quasi i rami. 

L'apparato radicale non è particolarmente invadente e, di norma, non arreca danni a tubi, muri o pavimentazioni. 

I fiori hanno cinque petali dall'aspetto ceroso, spuntano dall'apice dei rami, sono singoli ma disposti a forma d'ombrello attorno all'estremità dei giovani rami. Il colore del fiore è tendenzialmente bianco, ma col passare del tempo assume una colorazione "panna", sino a diventare gialli. La fioritura avviene nella tarda primavera, indicativamente nel periodo che va da metà Maggio a Giugno, ed è estremamente profumata

I frutti sono delle capsule che, inizialmente, hanno un color verde oliva, ma in autunno, ad avvenuta maturazione, diventano arancioni e si aprono, lasciando scoperti i vistosi semi rossi.

La specie ben si presta anche per la formazione di siepi sempreverdi, tuttavia la fioritura è concentrata sui rami dell'anno precedente e ad una rimozione drastica dei giovani rami corrisponderà una scarsa (o assente) fioritura. 

Post Fioritura Pittosporum tobira
Come Crescere il Pittosporo ? - Coltivazione, Clima e Riproduzione

Pittosporum tobira è una specie relativamente facile da coltivare e può essere piantata sia in pieno Sole, sia in posizioni a mezz'ombra e, magari fiorendo poco o niente, persino in luoghi quasi ombreggiati. La crescita è moderata nella fase giovanile, diventando lenta durante la fase adulta e le dimensioni della pianta sono facilmente controllabili con le potature. 

Sebbene il Pitosforo sia spesso associato alla Macchia Mediterranea, o in generale a climi miti, ha una discreta resistenza al freddo e sopravvive senza grossi problemi almeno sino a temperature di -10° C (14° F) e probabilmente anche oltre, con qualche danno alle foglie. Sotto i -15° C (5° F) la pianta generalmente muore. 

Foglie Pittosporum tobira
La specie ha anche una buona tolleranza alla siccità e le irrigazioni si devono effettuare solo durante i primi 3-4 anni dall'impianto, successivamente non sarà più necessario bagnare, a meno che ci sia caldo torrido ed assenza di piogge per mesi interi. Ovviamente un Pittosporo coltivato in vaso avrà  bisogno di un po' più di acqua, dato che il terreno si asciuga molto più rapidamente. 

In linea di massima è una specie che si può coltivare dal Nord al Sud Italia e sopportare climi ben diversi. 

Il Pitosforo è adattabile e si può coltivare su un'ampia gamma terreni, adattandosi bene a quelli rocciosi e sabbiosi, ma anche limosi e senza particolari esigenze di pH. In linea di massima non ama i terreni pesanti e con frequenti ristagni idrici, ma con opportuni accorgimenti si può coltivare anche nei terreni argillosi. Le concimazioni sono superflue e sono consigliate solo nella coltivazione in vaso, qualora non si facciano rinvasi per più anni di fila. 

Rami Pittosporum tobira
In natura prospera su pendii rocciosi prospicienti il mare esposti al Sole ed è dunque resistente sia ai venti impetuosi, sia alla salsedine. Per questo motivo viene spesso usato per creare siepi lungo le riviere, a pochi metri dal mare, tollerando anche una discreta salinità del suolo.

Come detto sopra, il Pittosporo regge molto bene le potature, tanto da poter esser coltivato a siepe e nuovi germogli sputano anche dal legno vecchio. Ad ogni modo le potature non sono necessarie ed hanno come unico scopo quello di contenere le dimensioni e, nella fase giovanile, ad impostare la forma (arbustiva o ad alberello). Se lasciato crescere liberamente si sviluppa in maniera armonica, tuttavia se preferite una chioma non troppo densa dovrete tagliare i rami in eccesso e quelli che si intrecciano. La potatura è bene farla alla fine della fioritura, così da dar tempo alla pianta di riformare i rami sui quali, alla fine della primavera successiva, fiorirà. Se la potatura non è troppo energica si può fare anche a fine inverno, lasciando parte dei giovani rami che fioriranno poco dopo. 

Il periodo ideale per la piantumazione è tra novembre e marzo; non ci son particolari problemi di esposizione, quindi potrete posizionarlo ovunque abbiate un po' di spazio per farlo sviluppare, prediligendo zone in cui vi sia almeno mezza giornata di luce solare diretta. Se piantate più esemplari per formare una siepe conviene piantarli ad una distanza di circa 1 metro (3.3 ft) l'uno dall'altro.

Di norma la riproduzione si può attuare sia per semina, sia tramite talea; quest'ultima velocizza la prima fioritura e garantisce la moltiplicazione dell'esatto clone (ad esempio a foglia variegata). Di solito si fa una talea semi-legnosa in estate. A livello amatoriale i semi sono una buona scelta di riproduzione e vanno seminati in autunno, germogliando poi nella primavera successiva.

Quali Sono Altre Specie di Pitosforo ?

Come scritto sopra esistono 200 specie, alcune tropicali, altre più da climi temperati. Di seguito trovate 4 specie di Pitosforo, che ritengo siano più caratteristiche.

  • Pittosporum heterophyllum
    Pittosporum heterophyllum : chiamato anche Pittosporo cinese, ha una resistenza al freddo superiore a quella del P. tobira e lo si distingue per le foglie dall'apice a punta e meno tondeggianti e per un portamento più assurgente. E' la seconda specie più diffusa in Italia ed usato prevalentemente per formare siepi.
  • Pittosporum phillyreoides : secondo molti sistematici sarebbe un sinonimo di Pittosporum angustifolium, invece che due distinte specie. E' nativo dell'Australia occidentale ed ha un portamento pendente, con foglie lanceolate. Nel complesso può ricordare un po' alcune specie di eucalipto. Raggiunge i 10 metri (33 ft) di altezza, ma molto lentamente ed è perfettamente adattato a sopravvivere in luoghi semi desertici. 
Pittosporum phillyreoides
  • Pittosporum cornifolium : nativo della Nuova Zelanda è poco diffuso allo stato naturale, ma utilizzato a livello ornamentale. Le foglie sono lucide e color verde scuro, raggiunge un'altezza massima di 2 metri (6.6 ft) ed ha boccioli fiorali color rosso porpora.
Pittosporum cornifolium


  • Pittosporum eugenioides
    Pittosporum eugenioides : albero di origine Neozelandese, raggiunge anche i 12 metri (39 ft) di altezza, con una forma tendenzialmente conica, più tondeggiante nei vecchi esemplari. Le foglie sono caratteristiche, di color giallo-verde, dal margine ondulato ed emanano un odore di limone se strofinate. 
In Italia sono però comuni solo 2 specie, P. tobira (descritta nel dettaglio in questo articolo) e P. heterophyllum. Il Pitosforo si può trovare nei parchi e nei giardini di quasi tutta Italia, ma è molto più frequente nelle località di mare, dove spesso è piantato sulla passeggiata del lungomare. 

Pittosporum tobira sul Lungomare Ligure

sabato 2 marzo 2024

Le Migliori 25 Varietà di Camelia - Differenze ed Analogie

Il genere Camelia (o Camellia) appartiene alla famiglia delle Theaceae ed annovera al proprio interno oltre 200 specie e migliaia di varietà. Per osservare un'ampia collezione di Camelie consiglio di visitare (in primavera) i giardini botanici di Villa Taranto, a Verbania, sulle sponde del Lago Maggiore

Delle due specie più comunemente coltivate in Italia (C. japonica e C. sasanqua) e delle loro differenze ne avevamo già ampiamente discusso qua.

In questo articolo vorrei invece portare all'attenzione quelle che reputo le migliori (o le più caratteristiche) varietà di Camelia che si possono coltivare in Italia.

Varietà dei Fiori di Camelia
Le diverse specie/varietà si distinguono in base a :

  • Periodo di Fioritura : alcune specie (es. C. sasanqua) fioriscono in autunno/inverno, altre (es. C. japonica) in primavera; tuttavia, anche all'interno della stessa specie alcune cultivars sono a fioritura più precoce ed altre più tardiva. Indicativamente, scegliendo le giuste piante si possono coprire 3 stagioni su 4, indicativamente da Settembre a Maggio, anche se una varietà brevettata potrà esser l'eccezione.
  • Forma e Dimensione del Fiore : avevamo già visto (vedi link sopra) che i fiori possono esser semplici, doppi, etc. Alcuni hanno moltissimi petali, altri numerosi stami, alcuni son grandi quanto una moneta da un euro, altri grandi più di un'arancia; in altre parole vi è un'enorme diversità varietale.
  • Colore : i fiori possono aver tonalità che vanno dal bianco al rosso porpora scuro, in mezzo troviamo tutte le gradazioni di rosa e viola. In alcune piante i fiori possono esser addirittura screziati, con parte di petalo rosso e il restante bianco.
  • Vigoria della Pianta : differenze vi sono anche nelle dimensioni, con piante che diventano alte oltre 5 metri (16 ft) ed altre che stentano a raggiungere i 2 metri (6.6 ft). Anche il portamento può esser pendente, espanso o assurgente/colonnare.
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Quali Sono le 25 Migliori Varietà di Camelia ?

1) Camellia x willamsiiNight Rider' : introdotta nel 1985, è una Camelia di piccole dimensioni e dal portamento, raggiungendo al massimo altezza d'uomo. Le foglie sono coriacee, color verde scuro, dalla forma allungata e con il margine seghettato. E' in assoluto la Camelia dai fiori più scuri, i petali hanno infatti un color porpora scuro, sono di consistenza vellutata, leggermente ricurvi all'indietro e fanno un netto contrasto con gli stami color giallo intenso. Sicuramente una Camelia inusuale che, nel periodo della fioritura (Marzo-Aprile), non passa di certo inosservata.

Camellia x willamsii ‘Night Rider'
2) Camellia granthamiana : indentificata per la prima volta nel 1955 ad Hong Kong è una specie piuttosto rara in Italia. Raggiunge un'altezza di qualche metro e possiede un fogliame che, diversamente dalle Camelie più comuni, non è liscio, ma ruvido e con venature profonde. Il fiore è di medio-grosse dimensioni, con petali bianchi che, vista l'abbondanza (e la  concentrazione) di stami giallo oro nella parte centrale, risaltano ancor di più. Il periodo di fioritura è un altro punto forte, in Italia inizia a fiorire da Natale fino a Febbraio. E' forse un po' meno resistente al freddo rispetto alle altre Camelie descritte nell'articolo, ma può acclimatarsi in molte zone del Nord Italia.

Camellia granthamiana
3) Camellia rosthorniana var. "Cupido" : originaria della Cina, attualmente sotto brevetto, è una Camelia di piccole dimensioni (raggiunge altezza d'uomo) dalla chioma snella e non troppo densa. Si caratterizza per aver foglie piccole, rami esili e ricadenti, da cui spuntano i boccioli, inizialmente rossi, che si aprono in fiori bianco/rosati, che rimangono a "penzoloni" verso il basso. Un portamento atipico ed indubbiamente ornamentale. La fioritura avviene da Marzo in poi a seconda del clima.

Camellia rosthorniana var. "Cupido"
Camellia "1001 Summer Nights Jasmine"
4) Camellia "1001 Summer Nights Jasmine" : Ibrido ottenuto a partire dalla C. changii (sin. C. azalea), una specie scoperta in Cina nel 1985, e altre specie di Camelia (C. reticulata e C. japonica). La C. changii ha l'unicità di esser rifiorente, tuttavia cresce stentata ed è difficile da riprodurre. Le ibridazioni sopra descritte hanno dato origine al clone Summer Nights Jasmine, che ha una buona crescita e la peculiarità di fiorire in estate. Questo ibrido produce bellissimi fiori singoli, di color rosso tenue, per circa 5 mesi, dall'estate sino all'inizio dell'inverno. La pianta ha dimensioni contenute, buona resistenza al freddo e si coltiva nelle stesse condizioni delle altre Camelie. La C. changii  ed i suoi ibridi (tra cui quello descritto) sono le uniche Camelie a fiorire nella stagione calda. 

5) Camellia sinensis : comunemente chiamata Pianta del Tè, dalle sue tenere foglie si ricavano gli infusi dell'omonima bevanda. E' una Camelia di modeste dimensioni che produce piccoli fiori semplici bianchi, con molti stami color giallo oro. Nonostante venga coltivata a scopo di reddito solo nei paesi subtropicali, mostra una buona resistenza al freddo e si può coltivare anche in Italia.

Camellia sinensis

6) Camellia sasanqua var. "Beatrice Emily" : di origine australiana, è una Camelia invernale dai fiori doppi e Peoniformi. Essi sono di media grandezza, screziati di color bianco e/o rosa. I petali esterni tendono ad esser più rosa, mentre quelli interni più bianchi; inoltre lo stesso petalo può esser rosa all'estremità e via via più bianco avvicinandosi agli stami (parte centrale del fiore). La fioritura è discretamente abbondante, ma inferiore a quella di altre varietà e si protrae da Ottobre a Dicembre. Il portamento è abbastanza slanciato. 

Camellia sasanqua var. "Beatrice Emily"

7) Camellia "High Fragrance" : ibrido tra Camellia japonica e Camellia x scentuous recentemente ottenuto in Nuova Zelanda. Produce un fiore Peoniforme, con petali color rosa, più intenso nei petali esterni. Ha una caratteristica rara tra le Camelie, produce infatti un fiore estremamente profumato.

Camellia "High Fragrance"

8) Camellia nitidissima (sin. C. chrysantha) : scoperta in Cina negli anni '70 è la capostipite di circa una quarantina di specie distribuite tra il Vietnam e la Cina meridionale. La peculiarità è il colore del fiore, che risulta giallo (simile ai Narcisi), con un breve peduncolo e con stami molto numerosi. Le foglie sono piuttosto grandi ed allungate. La pianta è meno resistente al freddo rispetto alle più comuni Camelie, tuttavia può resistere a brevi gelate. La fioritura è invernale.

Camellia nitidissima (sin. C. chrysantha)
9) Camellia japonica var. "Dr Burnside" : selezionata negli Stati Uniti, è una pianta che può crescere anche oltre 5 metri (16.5 ft) e fiorisce in primavera, indicativamente a Marzo. Produce fiori grossi, semidoppi, con petali di color rosso sangue, che fanno un contrasto netto con i numerosi stami gialli. Il fogliame è di color verde scuro.

Camellia japonica var. "Dr Burnside"
10) Camellia japonica var. "Hagoromo" : clone a fioritura tardiva, di medio sviluppo. I fiori sono di un delicato color rosa tenue, i petali sono non troppo numerosi e disposti a strati in maniera ordinata, dando al fiore un aspetto simile a quelli di una Magnolia. Sicuramente una delle Camelie più eleganti che ci siano. 

Camellia japonica var. "Hagoromo"

Camellia sasanqua var. "Cleopatra White"
11) Camellia sasanqua var. "Cleopatra White" : pianta che fiorisce abbondantemente durante l'autunno, producendo fiori dai petali color bianco panna, poco numerosi e non sovrapposti, facendo sembrare il fiore largo ed appiattito. Può vagamente ricordare i fiori delle varietà bianche di Rosa Rugosa. Questo clone è stato ottenuto a partire dalla Camellia sasanqua var. "Cleopatra", la quale è stata ottenuta in Giappone nel 1929 ed ha un fiore dalla forma simile alla "Cleopatra White", ma di color rosa.
12) Camellia japonica var. "Debutante" : di origine americana, risale ai primi del 1900. Varietà vigorosa, raggiunge circa i 3 metri (10 ft) di altezza. La fioritura è primaverile, ma piuttosto precoce. Il fiore sono Peoniforme, con petali color rosa luminoso, senza la presenza degli stami

Camellia sasanqua var. "Cleopatra White"
13) Camellia japonica var. "Nuccio,s Gem" : introdotta in commercio negli anni '70, produce fiori dai petali bianco puro, disposti in maniera regolare e perfettamente imbricati. Foglia grande e poco dentata. Fioritura primaverile, in epoca medio-precoce. Pianta a crescita vigorosa e a sviluppo assurgente. 

Camellia japonica var. "Nuccio,s Gem"

14) Camellia japonica var. "Giuseppe Traverso" : conosciuta sin da fine '800, produce un fiore semi-doppio, quasi Peoniforme, con pochi stami. La peculiarità è nei petali, i quali hanno una base color rosa pallido, con numerose striature color rosa intenso tendente al rosso ciliegia. Foglie grandi e tondeggianti. Fiorisce abbondantemente in primavera, in epoca intermedia. 

Camellia japonica var. "Giuseppe Traverso"
15) Camellia "Sugar Dream" : ibrido ottenuto in Nuova Zelanda nel 1984, produce un fiore Anemoniforme, medio-piccolo, con petali color rosa e numerosi petaloidi color crema nella parte centrale del fiore ed emana un leggero profumo (molto meno intenso rispetto alla Camelia "High Fragrance" ) . Le foglie sono piuttosto allungate, mentre la fioritura è molto precoce, persino in inverno nei climi miti.

Camellia "Sugar Dream"
16) Camellia sasanqua var. "Navajo" : ottenuta negli USA nel 1956, fiorisce in autunno. I boccioli socchiusi sono color rosso, mentre una volta aperti i petali son bianchi nella parte centrale e rosati verso l'esterno. Per esser una Camelia invernale produce fiori piuttosto grossi, con molti stami gialli nella parte centrale. 

Camellia sasanqua var. "Navajo"
17) Camellia x vernalis var. "Yuletide" : ibrido probabilmente ottenuto dall'incrocio di C. vernalis e C. sasanqua, inizia a fiorire in novembre, più tardivamente rispetto alla classica Camelia invernale (che più che altro è autunnale), sino a febbraio. Il portamento è piramidale/compatto e le dimensioni son abbastanza contenute. Produce fiori semplici, grandi e composti da stami dorati circondati da 5-7 petali color rosso vivo.

Camellia x vernalis var. "Yuletide"
18) Camellia japonica var. "Shiro Kujaku" : selezionata in Giappone nel 2006, produce fiori semidoppi color bianco puro. Il fogliame è ricadente, con foglie allungate. La peculiarità è però la forma del fiore, che è ad imbuto (imbutiforme).

Camellia japonica var. "Shiro Kujaku"
19) Camellia japonica var. "Benten Kagura" : ottenuto in Giappone nel 1949 è una pianta  fioritura precoce, produce un grosso fiore Peoniforme color rosa scuro con qualche riflesso bianco. La peculiarità di questa varietà non è tuttavia il fiore, bensì la vegetazione; questa pianta possiede infatti piccole foglie variegate, con un fondo bianco-giallognolo sormontato da una colorazione verde discontinua, che permette la visione del fondo, soprattutto ai margini fogliari e nelle venature. 

Camellia japonica var. "Benten Kagura"
Camellia japonica var. "General Coletti"
20) Camellia japonica var. "General Coletti" : antica varietà selezionata in Belgio nel 1843. Pianta a sviluppo modesto, produce fiori doppi e Peoniformi di media grandezza i cui petali sono bicolore, con due colori in forte contrasto tra loro, ovvero bianco puro e rosso acceso. Ogni singolo fiore ha un proprio "disegno", leggermente diverso da quello di ogni altro. La fioritura è primaverile, ma piuttosto precoce. 

21) Camellia japonica var. "Higo Kumagai" : il gruppo "Higo" è stato ottenuto a fine '800 incrociando diverse sottospecie di C. japonica e C. rusticana e si contraddistingue per la folta coppa di stami, circondata da una corolla con un numero di petali variabile tra 5 e 9. La varietà Higo Kumagai è a crescita eretta e vigorosa, ed in primavera produce fiori di grosse dimensioni, con petali rossi ed all'interno stami modificati ed aggrovigliati, di color rosato. 

Camellia japonica var. "Higo Kumagai"
22) Camellia japonica var. "Sacco Vera" : selezionata in Italia, a Milano, produce fiori medio-piccoli, imbricati in maniera irregolare. La corolla è composta da numerosi petali color rosa chiaro, via via più ristretti avvicinandosi verso il centro del fiore. Fiorisce in epoca intermedia (Marzo).

Camellia japonica var. "Sacco Vera"
23) Camellia japonica var. "Tama Peacock" : di origine Californiana, produce un fiore semi-doppio di medio-piccole dimensioni con stami  dorati e petali bicolori, parte centrale rosa-bordò con il bordo bianco. La pianta ha un portamento tendenzialmente assurgente, con i rami più lunghi ricadenti, così come del resto lo sono i fiori (pendenti). 

Camellia japonica var. "Tama Peacock"
Camellia × williamsii var. "Waterhouse"
24) Camellia × williamsii var. "Waterhouse" : clone ottenuto in Australia (nel 1946) dall'ibridazione di C. saluenensis con C. japonica. Pianta a crescita veloce e portamento eretto, produce grandi fiori con numerosi petali rosa, disposti imbricati con elevata simmetria. Questo clone, in climi non troppo freddi, fiorisce dall'inizio dell'inverno sino all'inizio della primavera, mentre laddove il freddo è intenso fiorisce più tardivamente, poco prima della "classica" C. japonica

25) Camellia rusticana x lutchuensis var. "Fragrant Pink" : ibrido che fiorisce in primavera, producendo numerosi fiori peoniformi, di dimensioni medio-piccole, di color rosa, che emanano una leggera fragranza (una tra le poche Camelie "profumate").

Camellia rusticana x lutchuensis var. "Fragrant Pink"

venerdì 2 febbraio 2024

Albero di Giuda (Cercis siliquastrum) - Clima, Coltivazione e Cure

Cercis siliquastrum è il nome scientifico di quello che in molti conoscono con il nome comune di Albero di Giuda, coltivato a scopo ornamentale in molti giardini e parchi pubblici, grazie anche alla bella fioritura primaverile. 

Cercis siliquastrum

Origini e Generalità :

Cercis è un genere appartenente alla famiglia delle Fabaceae (ex Leguminose) ed è composto da una decina di specie, native delle zone temperate calde dell'emisfero Boreale. Tutte le specie sono decidue, si sviluppano sotto forma di cespuglio o al massimo di piccolo albero ed hanno foglie tendenzialmente tondeggianti.

Due specie sono native degli Stati Uniti : 

La Cercis occidentalis è originaria della parte Sud-Ovest (dalla California, fino all'Oregon), mentre la Cercis canadensis è distribuita nella parte orientale degli USA, estendendosi a Nord sino all'Ontario (Canada). 

La Cercis chinensis è invece endemica della Cina.

In Europa il genere Cercis è rappresentato dalla specie C. siliquastrum, presente prevalentemente nelle aree del Mediterraneo orientale. E' proprio questa la specie più comune ed abbondante in Italia, nonché quella di cui parlerò in questo articolo. 

Grazie alla propria frugalità sfugge facilmente dalla coltivazione, inselvatichendosi su suoli calcarei ed aridi, soprattutto in aree urbane dismesse. E' anche una buona specie pioniera adatta al rimboschimento. 

Il nome volgare (Albero di Giuda) risale alla tradizione secondo cui sia l'albero al quale Giuda, dopo aver baciato Gesù, si impiccò; tuttavia potrebbe anche esser un'alterazione di Albero della Giudea, luogo in cui è storicamente presente. 

Botanica e Fisiologia :

L'Albero di Giuda, conosciuto anche come Siliquastro, è una specie che si sviluppa sotto forma di piccolo albero, raggiungendo al massimo 10 metri (33 ft) di altezza. Tuttavia la crescita è lenta e con opportune potature si può coltivare anche a forma arbustiva, mantenendo agevolmente la pianta di dimensioni ben più contenute, senza che essa risulti sgraziata.

L'apparato radicale è ampio e si estende sia in profondità, che orizzontalmente, garantendo alla pianta un'ottima resistenza alla siccità che le permette di prosperare anche in aree a Clima Mediterraneo. Le innaffiature serviranno esclusivamente durante i primi anni, mentre piante affrancate non avranno problemi neppure nelle zone meno piovose d'Italia.

Il tronco è color grigio e, tranne nel legno molto vecchio, è perfettamente liscio. In natura è piuttosto comune la forma arbustiva ed un individuo è formato da più tronchi. Né sul tronco, né sui rami sono presenti spine.

Le foglie sono verdi, di medie dimensioni, a forma tondeggiante o leggermente cuoriforme e dall'aspetto lucido. La nuova vegetazione possiede invece sfumature rossastre, mentre in autunno, prima di cadere, le foglie assumono tonalità gialle. La chioma tende ad esser tondeggiante

I fiori sono di color rosa, dalla forma tipica del genere a cui appartengono (Fabaceae) e sono raggruppati in grappoli di dimensione variabile anche sulla stessa pianta. L'Albero di Giuda presenta il fenomeno della Caulifloria, il quale è molto comune in specie tropicali (ad es. Durian e Jackfruit), ma piuttosto raro in piante decidue da climi temperati. Se nella maggior parte delle specie i fiori vengono prodotti sui giovani rami, in quelle caratterizzate dalla Caulofloria (Come  nel nostro C. siliquastrum) i fiori sbocciano sui vecchi rami, anche di grosso diametro, spesso addirittura sul tronco principale. 

I fiori sono Ermafroditi e vengono impollinati dalle Api.

Nel C. siliquastrum la fioritura precede la fogliazione, è tipicamente primaverile e, a seconda del clima, dura qualche settimana nel periodo a cavallo tra Marzo ed Aprile.

I frutti sono dei baccelli, molto simili a quelli di altre Leguminose (come la Robinia), al cui interno vi sono i semi. Questi frutti perdurano sulla pianta per tutto l'inverno, non di rado persino fino alla fioritura dell'anno successivo. 

Caulofloria nell'Albero di Giuda

Coltivazione e Clima :

Cercis siliquastrum, pur essendo una specie nativa del Mediterraneo, ha una buona resistenza al gelo e può sopravvivere sino a temperature di -20° C (-4° F), corrispondenti ad una zona climatica 6b. L'Albero di Giuda si può dunque coltivare dal Nord al Sud Italia, non temerà il freddo intenso, ne tantomeno la siccità.

Questo albero si sviluppa più o meno su qualsiasi tipo di terreno, pur preferendo quelli sabbiosi o limosi e drenanti; tuttavia sopporta anche suoli calcarei a pH alto (alcalini) che sarebbero proibitivi per molte altre piante. Come già detto la pioggia è sufficiente e si dovrà bagnare solo durante le prime estati (se la zona è particolarmente arida). Può crescere anche in suoli particolarmente poveri di nutrienti e le concimazioni sono del tutto superflue anche perché, come molte altre leguminose (es. FavePiselli e Fagioli), è in grado di fissare l'azoto atmosferico, apportandolo al terreno su cui cresce. 

L'Albero di Giuda cresce al meglio in pieno Sole, ma non ha particolari problemi di sviluppo (e fioritura) anche se coltivato a mezz'ombra.

Nuove Foglie Cercis siliquastrum

E' possibile coltivarlo in vaso solo per pochi anni, dato che il notevole sviluppo radicale saturerebbe presto il terreno, impedendo lo sviluppo armonico della chioma sovrastante. La specie ha una buona tolleranza all'inquinamento e può esser dunque un'ottima soluzione in ambiti urbani, soprattutto laddove vi sia troppo poco spazio per le classiche Alberature Stradali.

In linea di massima è una pianta che si sviluppa in maniera armonica anche in assenza di potature, le quali hanno come unico scopo quello di eliminare rami vecchi o morti. Ad ogni modo tollera bene le potature e non avrete dunque particolari problemi a mantenere la pianta delle dimensioni che meglio si adattano al contesto in cui la coltiverete. Inoltre, fiorendo sui rami più vecchi (e grossi) ed addirittura sul tronco principale, anche potature drastiche non impediranno la produzione di fiori nella primavera successiva. 

C. siliquastrum è una pianta resistente, rustica e poco soggetta a malattie fungine; tuttavia sulla nuova vegetazione possono verificarsi attacchi di afidi, che di norma si risolvono da soli, senza arrecare danni o conseguenze particolari. 

L'Albero di Giuda si moltiplica di norma tramite seme, il quale deve esser prelevato in autunno, piantato entro l'inverno, in vasi che devono stare all'esterno (il seme deve "sentire" il freddo per germogliare al meglio). Tuttavia se si desidera riprodurre un clone particolare (vedi sotto) si dovrà necessariamente propagare per via vegetativa, in questo caso la Talea è la tecnica più comune e va eseguita in primavera.

Alcuni cloni (anche di altre specie del genere Cercis) sono stati selezionati per caratteristiche particolari, che li differenziano rispetto alla "specie tipo" fin qui descritta :

  • Cercis canadensis var. "Carolina Sweetheart"
    Cercis canadensis var. "Merlot" : pianta che non supera i 4 metri (13 ft) di altezza; la sua peculiarità è quella di aver foglie color porpora scuro (e non verdi) per buona parte della stagione e, solo a metà estate, possono assumere tonalità verde molto scuro, prima di ingiallire in autunno. Sotto certi punti di vista possono aver un comportamento simile a quello di molti Aceri.
  • Cercis canadensis var. "Ruby Falls" : ha foglie simili alla varietà Merlot, si differenzia da quest'ultima per il portamento ricadente, con rami penduli che sfiorano quasi terra.
  • Cercis siliquastrum var. "Alba" : pianta a sviluppo limitato, ha una mutazione che rende i suoi fiori completamente bianchi (invece che rosa).
  • Cercis canadensis var. "Carolina Sweetheart" : clone brevettato, produce foglie variegate; un'unica foglia può aver una parte verde, una rosa e una bianca, disegnando forme uniche per ogni foglia.
  • Cercis canadensis var. "Hearts Of Gold" : come dice il nome, produce foglie a forma nettamente cuoriforme dalle tonalità giallognole anche in piena estate.

Fioritura Albero di Giuda

Tronchi nella Forma Arbustiva Albero di Giuda

martedì 16 gennaio 2024

Talea, Propaggine, Margotta e Pollone Radicato : Cosa Sono e Come si Eseguono ?

Propagare una pianta rara, oppure semplicemente ottenere un'altra pianta da poter regalare o piantare altrove, può essere un'attività molto gratificante per un appassionato di giardinaggio.
Esistono diverse tecniche di propagazione, che possono esser raggruppate in due grosse categorie :

  • Propagazione Gamica (o Sessuale)
  • Propagazione Agamica (o Asessuale) 

Nella propagazione sessuale la pianta si riproduce attraverso la semina. Il seme è però ottenuto tramite impollinazione ed, a partire da un'unica pianta madre, ogni seme sarà geneticamente diverso dall'altro (clicca qui per dettagli). Una pianta riprodotta per seme potrà esser diversa dalla pianta madre (infatti le cultivars non possono esser propagate per semina), inoltre raggiungerà la maturità (fioritura e fruttificazione) più tardivamente rispetto alla stessa pianta moltiplicata per via Agamica; in ultimo è necessario che la pianta madre sia matura, fiorisca e fruttifichi, così da poter aver i preziosi semi. 

Nella propagazione asessuale la pianta viene moltiplicata utilizzando organi diversi dal seme, garantendo quindi l'ottenimento di un clone geneticamente identico alla pianta madre. Uno dei metodi più comuni è l'innesto, discusso ampiamente qui, tuttavia nell'innesto le radici (portainnesto) non sono cloni della pianta madre. Esistono altri metodi di moltiplicazione agamica che permettono di aver un'intera pianta (comprese le radici) geneticamente identica alla pianta di partenza; queste tecniche, nell'insieme note come "moltiplicazione per auto-radicazione", comprendono la Talea, la Propaggine, la Margotta ed il Pollone Radicato).

Talee di Rosmarino
Che Cos'è una Talea ?

La Talea è una porzione di un organo vegetativo che, dopo esser stato esportato dalla pianta madre, è in grado di emettere radici (radicare) e di germogliare, formando così una nuova pianta totalmente indipendente, che è l'esatto clone della pianta madre. 

In base alla parte prelevata per la Talea possiamo distinguere :

  • Talee Legnose : rami di 1 o più anni, completamente lignificati (color marrone-grigio), prelevati durante la stagione di riposo vegetativo, dopo la caduta delle foglie (per piante decidue).
  • Talee Semilegnose : prelevati in estate, sono rami lignificati solo alla base.
  • Talee Erbacee : porzione di germoglio totalmente non lignificato (color verde).

La Talee legnose, di norma, sono più indicate per la propagazione degli Alberi da Frutta, mentre le Talee erbacee e semilegnose sono più frequentemente usate per la moltiplicazione di cespugli ornamentali (es. Ortensia). 

Quali Piante si Possono Propagare per Talea ? Come Avviene la Radicazione ?

Non tutte le piante si possono moltiplicare tramite Talea, alcune specie, infatti hanno organi incapaci di emettere nuove radici e, dunque, di formare un nuovo individuo partendo da un ramo.
Altre piante, ad esempio il Rosmarino, il Mirto ed il Ribes, hanno un'elevata capacità di radicazione e si moltiplicano facilmente senza grossi accorgimenti.
Nel mezzo, troviamo tutte le altre piante, ovvero quelle che si possono moltiplicare per Talea, ma con qualche "aiutino" e con una certa percentuale di insuccesso.

Il rametto prelevato per la Talea non è in grado di produrre energia tramite la fotosintesi e, per ottenere l'energia necessaria alla radicazione, deve affidarsi agli zuccheri accumulati nel suo legno prima del taglio dalla pianta madre.  

Talea di Camelia
Qui vi è un sottile equilibrio tra il momento di radicazione e quello dell'emissione delle nuove foglie : se il ramo germoglia troppo precocemente e la pianta non è radicata, le foglie faranno perdere acqua (traspirazione) dai tessuti, la quale non potrà nuovamente esser assorbita dalle radici (che non ci sono ancora) e quindi la pianta seccherà. La radicazione deve quindi precedere il germogliamento; tuttavia una volta esaurite le "scorte" di energia, per completare la radicazione, è indispensabile che la pianta emetta foglioline sane ed efficienti. 

Le talee erbacee, avendo gemme attive, radicano più velocemente, per contro i tessuti freschi si disidratano più rapidamente; le talee legnose richiedono più tempo per la radicazione, ma sono anche più tolleranti nei confronti della carenza idrica. 

Come ben capirete la temperatura e l'umidità sono due fattori cruciali per la riuscita.

Come Fare una Talea di una Pianta da Frutto ?

Le Talee legnose vengono raccolte in inverno e conservate in un luogo buio, ricoperte da sabbia. 
Il ramo (talea) avrà un'estremità prossimale, ovvero la parte più vicina al tronco, mentre l'altra è nota come estremità distale. E' importante ricordarsi questa polarità, poiché l'estremità prossimale è più abile nella radicazione, mentre l'estremità distale nell'emissione di nuovi germogli. Quando dovrete interrare una talea è importante mantenere la stessa polarità, invertendo le estremità, infatti, si avrà quasi certamente un fallimento. 

Le migliori Talee sono rami di circa un anno di età (rami vecchi radicano male) e vengono prelevate da piante madri sane e ben nutrite, in parti mediane (né troppo vicino, né troppo lontano dal tronco). Fanno eccezione alcune specie (es. Fico e Olivo), in cui i primordi radicali (zone in grado di emettere nuove radici) sono situati nella corteccia e, dunque, una talea da un ramo di 2-3 anni, avendo una corteccia meglio sviluppata, attecchirà più facilmente rispetto ad una talea fatta con giovane ramo.

La talea deve esser lunga circa 10-15 cm (4-6 in) e, dopo aver rimosso quasi tutte le foglie, va interrata, seguendo la polarità originaria, in vasetti contenenti terriccio drenante ed in grado di trattenere l'umidità. Questa operazione va fatta durante il periodo primaverile, riponendo il vaso in un luogo ombroso e fresco, oltre a provvedere a mantenere costantemente umido il terriccio. In un paio di mesi la radicazione potrebbe esser ultimata, ma prima di mettere a dimora converrà far crescere la pianta in vaso per almeno un anno. Quanto appena descritto va bene a livello amatoriale (in cui un'alta percentuale di insuccesso non è un problema) e/o per specie con elevata attitudine ad emettere radici (vedi sopra).

Per aver alte percentuali di successo, anche con specie meno propense alla moltiplicazione per talea, si dovranno prendere alcuni accorgimenti (oltre a mantenere la polarità) :

  1. Trattare l'estremità prossimali con ormoni che favoriscono la radicazione (es. NAA o IAA). In commercio ci sono diversi preparati, sia liquidi, sia cremosi, sia in polvere. 
  2. Utilizzare : il Riscaldamento Basale o la Forzatura in Sacchetti di Polietilene.

Riscaldamento Basale : consiste nel mettere le talee (prelevate ad inizio inverno) in vasi profondi circa 30 cm (12 in), posizionati poi su un bancone riscaldato a circa 22° C (72° F). In questo modo il caldo, "arrivando dal basso", stimolerà l'estremità prossimale ad emettere radici, mentre l'estremità distale, essendo circondata da un ambiente freddo, non emetterà foglie prima della primavera. In questo modo la radicazione anticiperà il germogliamento.

Forzatura in Sacchetti di Polietilene : 10-12 talee vengono legate a formare dei gruppetti, messi poi in sacchetti al cui interno vi è 1/3 di sabbia e 2/3 di torba e circa 10 cL di acqua. Essi vengono chiusi ermeticamente e deposti al buio, a temperatura costante di circa 20° C (68° F), per un paio di mesi. L'assenza di luce e l'umidità costante favoriranno la radicazione rispetto al germogliamento. 
 

Cos'è la Propaggine ?

Schema Propaggine
Questa è una tecnica di auto-radicazione che si ottiene piegando un ramo lungo e flessibile, posto nella parte bassa della pianta, fino ad interrarlo, per poi farne emergere l'estremità. In altre parole questo "ramo", diversamente dalla Talea, rimane ancora attaccato alla pianta madre. E' importante asportare un'anello di corteccia (senza intaccare il libro) in corrispondenza della parte che rimarrà sotto terra, che sarà proprio quella che, essendo al buio ed in un terreno umido, inizierà a radicare. Una volta emesse le radici si potrà tagliare la propaggine ed ottenere quindi un nuovo individuo.
La Propaggine, rispetto alla Talea, ha il vantaggio di una maggior efficienza, dato che la "futura nuova pianta" è nutrita ancora dalla pianta madre e supportata durante la fase di radicazione, per contro ha lo svantaggio di richiedere più spazio e di non poter esser eseguita in serra.

Cos'è la Margotta ?

Margotta su Ficus lyrata
Concettualmente molto simile alla Propaggine, si differenzia da quest'ultima per il fatto che si porta la terra ai rami, invece che i rami alla terra. In altre parole, durante, il riposo vegetativo, si fa un'incisione anulare in una porzione di ramo, in corrispondenza della quale verrà deposta della terra umida, mantenuta in posizione da un involucro di color nero, allacciato strettamente al ramo. In questo modo la parte di ramo rimarrà a stretto contatto con il terriccio ed al buio, favorendo la radicazione. Alla fine della stagione vegetativa la margotta (il ramo con le radici neoformate), potrà esser asportato e trapiantato. 


Cos'è il Pollone Radicato ?

Questa tecnica di moltiplicazione sfrutta la fisiologica attitudine di alcune specie ad emettere polloni, ovvero rami prodotti da gemme situate sulle radici che, spesso, sono già parzialmente radicati e, se ricoperti alla base con terra, ne emettono di ulteriori. Basterà quindi rimuovere il Pollone e trapiantarlo. Tramite Pollone Radicato si ottengono alcuni portainnesti di Susino, Ciliegio e Pesco, ma anche cultivars di Nocciolo o Lampone.

Schema Pollone Radicato